FAQ
Effettuare vivisezione significa portare degli animali nei laboratori e sottometterli ad interventi e test di ogni genere: per esempio vengono estirpati gli occhi a gatti e scimmie, oppure viene loro asportata la calotta cranica per conficcare elettrodi nel cervello; a numerosi cani viene aperto l’addome per provocare artificialmente ostruzioni intestinali, vengono loro rotte le ossa per poi tentare di ripararle, oppure si perfora la mascella col trapano e altri interventi ancora.
Tutti. Si utilizzano scimmie, cani, gatti, criceti, porcellini d’India, conigli, furetti, scoiattoli, pecore, ratti, topi, suini, bovini, pesci, rane, rettili, quaglie e altri uccel
Vi sono delle ditte che allevano cani, gatti, topi, conigli e altri animali a scopo sperimentale. Altre ditte fabbricano strumenti di tortura come tavoli operatori ed apparecchi di contenzione da vendere ai laboratori. Molte scimmie sono invece catturate nel loro ambiente naturale, chiuse in gabbie e caricate su aerei che le portano nei luoghi dove risiedono i laboratori. Cani e gatti possono anche essere rubati o prelevati da canili da trafficanti e venduti ai laboratori.
Nella maggior parte dei casi sia gli animali che gli strumenti per vivisezionarli sono pagati col denaro dei contribuenti, che i governi danno agli istituti di ricerca ed ai laboratori universitari a titolo di finanziamento. Oltre che coi fondi pubblici la vivisezione prospera grazie al denaro proveniente da donazioni o da autofinanziamenti.
E’ totalmente falso, dato che ogni specie animale ha un metabolismo e di conseguenza reazioni diverse. Le sostanze che sono innocue per una specie possono essere tossiche per un’altra. Anche dal punto di vista quantitativo il modello animale non dà risposte esatte: le dosi letali o al contrario terapeutiche di una sostanza differiscono da specie a specie. I dati che si ricavano dagli animali non possono essere trasferiti all’uomo. Ecco perché per legge è obbligatorio testare sull’uomo dopo aver eseguito i test sugli animali. L’animale può solo fornire un modello di paragone a posteriori: solo dopo aver fatto i test anche sull’uomo potremo sapere se reagisce in maniera uguale, simile, o differente ad una data specie. La vivisezione è quindi fuorviante e dannosa per la salute pubblica e talvolta allontana nel tempo importanti scoperte.
Sì. Basta ricordare le centinaia di migliaia di vittime umane che hanno contratto il cancro , malattie ematiche mortali o che hanno subito il blocco della funzione renale per avere assunto sostanze come l’aminofenazone, la fenacetina, il metamizolo, il paracetamolo, il cloramfenicolo, ecc.; oppure le paralisi e le cecità provocate dal cliochinolo; i tumori maligni, le trombosi e gli infarti dovuti allo stilbestrolo e ad altri estrogeni sintetici; le migliaia di bambini nati malformati a causa della talidomide, dell’isotretinoina, della meclizina, ecc. La vivisezione fornisce dati sbagliati anche nel campo degli agrochimici, degli additivi alimentari, dei coloranti. Basti ricordare i pesticidi cancerogeni e genotossiche hanno intossicato ed intossicano le derrate alimentari, o gli additivi che favoriscono processi tumorali: tutti prodotti derivanti dalla vivisezione. Infine per anni si sono fatti fumare forzatamente cani, scimmie e altri animali, nel tentativo di dimostrare che il fumo era innocuo, quando già da tempo erano state dimostrate sull’uomo la tossicità del tabacco e del fumo passivo. Risultati taciuti o non enfatizzati per non contrastare le multinazionali del tabacco.
Mai il sacrificio di un animale da laboratorio ha salvato esseri umani! Numerosi farmaci sviluppati su animali presentano effetti collaterali gravi senza nemmeno essere in grado di curare. Questo è confermato già da molto tempo dalla scienza medica (Fliegel, Ciaburri, ecc.) ed attualmente da migliaia di medici. Basti pensare che ogni anno in Italia vengono immessi sul mercato centinaia di farmaci, la maggior parte dei quali viene in seguito ritirata per la comparsa di gravi effetti collaterali sull’uomo.
Per ragioni commerciali, perché questo metodo consente alle industrie farmaceutiche di mettere in commercio con estrema facilità tutti i prodotti chimici coi quali si può fronteggiare la concorrenza e garantirsi eccellenti profitti. Attualmente l’industria chimica è talmente potente che può avvantaggiarsi di una lobby (gruppi di pressione) manipolando i governi e i partiti politici. In questo modo essa può far varare leggi che rendono obbligatori gli esperimenti su animali e non altri metodi di ricerca. Quando un farmaco o un vaccino o un qualunque bene di consumo si rivelano dannosi per l’uomo, sono generalmente lasciati in commercio fino ad esaurimento delle riserve, per non compromettere i guadagni del produttore. Del resto gli esperimenti su animali rappresentano un alibi legale per i produttori in caso di catastrofi.
A chi ne ricava denaro e possibilità di carriera, quindi ai vivisettori, all’industria chimica e a tutte le industrie collegate (allevamenti, trafficanti, ditte di macchinari per laboratori). In ambito universitario per ottenere una cattedra è necessario presentare un certo numero di pubblicazioni e d il modo più facile per ottenerle è la vivisezione. Basta infatti cambiare una sola variabile nell’esperimento, come ad esempio il sesso o l’età dell’animale utilizzato, per poter presentare una nuova pubblicazione. Ma la vivisezione è utile anche a diversi politici, che la favoriscono in cambio di voti al momento delle elezioni.
Effettuare vivisezione significa portare degli animali nei laboratori e sottometterli ad interventi e test di ogni genere:
vengono estirpati gli occhi a gatti e scimmie, oppure viene loro asportata la calotta cranica per conficcare elettrodi nel cervello; a numerosi cani viene aperto l’addome per provocare artificialmente ostruzioni intestinali, vengono loro rotte le ossa per poi tentare di ripararle, oppure si perfora la mascella col trapano e altri interventi ancora.
E’ totalmente falso, dato che ogni specie animale ha un metabolismo e di conseguenza reazioni diverse. Le sostanze che sono innocue per una specie possono essere tossiche per un’altra. Anche dal punto di vista quantitativo il modello animale non dà risposte esatte: le dosi letali o al contrario terapeutiche di una sostanza differiscono da specie a specie. I dati che si ricavano dagli animali non possono essere trasferiti all’uomo. Ecco perché per legge è obbligatorio testare sull’uomo dopo aver eseguito i test sugli animali. L’animale può solo fornire un modello di paragone a posteriori: solo dopo aver fatto i test anche sull’uomo potremo sapere se reagisce in maniera uguale, simile, o differente ad una data specie. La vivisezione è quindi fuorviante e dannosa per la salute pubblica e talvolta allontana nel tempo importanti scoperte.
A chi ne ricava denaro e possibilità di carriera, quindi ai vivisettori, all’industria chimica e a tutte le industrie collegate (allevamenti, trafficanti, ditte di macchinari per laboratori). In ambito universitario per ottenere una cattedra è necessario presentare un certo numero di pubblicazioni e d il modo più facile per ottenerle è la vivisezione. Basta infatti cambiare una sola variabile nell’esperimento, come ad esempio il sesso o l’età dell’animale utilizzato, per poter presentare una nuova pubblicazione. Ma la vivisezione è utile anche a diversi politici, che la favoriscono in cambio di voti al momento delle elezioni.