I ricercatori, va detto, non hanno vita facile. Prendiamo per esempio l’uccisione per dislocazione cervicale. Quest’ultima, dice la legge, può essere usata solo per roditori di peso inferiore a 1kg mentre i roditori di peso superiore a 150 grammi vanno sedati (e valli a pesare tutti a uno a uno!). Senza contare che l’operazione va completata tramite dita o pinza e anche questo non andrà sempre liscio.
Abbastanza farraginoso anche il colpo da percussione alla testa che si può usare soltanto per i roditori di peso inferiore a 1 kg. Per non parlare della decapitazione, da utilizzarsi solo se gli altri metodi non sono utilizzabili (ah… per esempio?). Il biossido di carbonio poi è “Da utilizzarsi solo in quantità sufficiente” (e qui non facciamoci troppe domande). Si può capire che alla fine a qualcuno venga in mente che sbattere gli animali contro il muro – come facevano a Catanzaro – non faccia poi tutta ‘sta differenza. O sì?
La verità che i topi e i ratti da uccidere sono tantissimi di più di quelli elencati ufficialmente. Perché nelle statistiche non rientra l’esorbitante numero animali che sono il frutto di manipolazioni genetiche riuscite male. Questi ultimi per la scienza non sono animali, anzi non sono nulla, ancorché abbiano (quasi) tutti gli organi necessari a vivere e quindi vivano e soffrano per il breve o lungo tempo che i ricercatori glielo consentono (per saperne di più consigliamo la seguente lettura)